Littérature urbaine au 19 siècle: Ferragus
Cours : Littérature urbaine au 19 siècle: Ferragus. Recherche parmi 300 000+ dissertationsPar makadigirl • 17 Avril 2018 • Cours • 8 375 Mots (34 Pages) • 674 Vues
Le Spleen de Paris è una raccolta di poemi in prosa conosciuto anche come Pétits poémes en prose. Questa indecisione sul titolo è dovuto dal fatto che fu pubblicato postumo, dopo due anni dalla morte di Baudelaire. Lo Spleen è un concetto tipicamente baudeleriano, una parola inglese che significa “milza” secondo la teoria medica del 700 era concepita come fonte della bile nera e responsabile della malinconia. In senso metaforico indica quindi un organo responsabile della depressione e della malinconia che Baudelaire mette in scena nelle sue poesie e nei suoi poemi. Egli legava l’idea della malinconia alla città di Parigi.
Per quanto riguarda il secondo titolo si parla di una novità tipica di Baudelaire, una struttura che si libera dalla fissità della versificazione, che si distingue invece dall’altra opera Les Fleurs du Mal dove utilizza prevalentemente la forma del verso alessandrino. Egli è uno dei primi poeti a cercare un’espressione che sia poetica, non utilizzando i versi, ma la prosa. Si tratta quindi di una sorta di ibrido tra la tradizione poetica e una narrativa: ne viene fuori un genere nuovo che è quindi a metà tra il racconto e una visione poetica del nuovo spazio della città moderna. Questo spazio sembrerebbe del tutto anti-poetico. Precedentemente, con il Romanticismo, si voleva esaltare la relazione che si istaurava tra la natura e l’uomo descrivendo tutti quei sentimenti che il poeta provava di fronte alla natura. Baudelaire trasferisce la sua poesia dalla natura alla città della quale mette in luce gli aspetti più anti-poetici.
Les Villes tentaculaires è una raccolta di poesia di Émile Verhaeren, un poeta belga e simbolista della fine del secolo. Egli dà un’attenzione particolare al nuovo spazio della città e porta alle estreme conseguenze la visione prosastica e anti-poetica, già presente con Baudelaire. Ci mette di fronte ad una società disumanizzata che ha il suo cuore nella fabbrica. Uno spazio di alienazione dell’individuo a tal punto che lo spazio è completamente deserto. Nella raccolta di poesia non ci sono uomini e personaggi e la città diventa un mero spazio che annichilisce l’esperienza umana. Questa città mostruosa si estende coni suoi tentacoli sullo spazio della natura e diventa l’emblema della nuova condizione umana: quella dell’uomo e del degrado della nuova città industriale.
Raccolta del 1895 con una serie di poemi in verso libero con un sistema metrico piuttosto tradizionale.
Introduzione sulla letteratura urbana:
Nell’800 la città diventa oggetto di rappresentazione letteraria. Quello che cambia rispetto ai secoli precedenti è la città che cresce, a scapito della campagna, dando vita alla città moderna. La letteratura non poteva non osservare questo nuovo spazio. La letteratura dell’800 è essenzialmente urbana. Parigi all’epoca è una capitale, un luogo simbolico del potere e delle sue istituzioni. La rappresentazione letteraria della non è però una novità assoluta dell’800; già verso la fine del 700 per esempio nasce il genere del tableaux parisiens ( quadri parigini), opere spesso collettive che ci mostrano la vita e i personaggi che si possono incontrare a Parigi. Quello che cambia nell’800 è la fisionomia delle città dovuta principalmente dalla Rivoluzione Industriale che modifica lo stato sociale in buona parte dei paesi occidentali. Le città diventano non solo luogo di abitazione, ma anche luogo di produzione industriale e il nucleo di un’economia capitalista. Ciò che colpisce è che le fabbriche venivano costruite dentro le città. Dal punto di vista sociale quest’epoca corrisponde anche al trionfo della classe borghese che ottiene il potere economico e politico.
Durante il secolo possiamo osservare due fenomeni: la nascita della società dei consumi (Baudelaire mette in scena questo tema in un testo in cui oppone un bambino ricco ed un bambino povero che si parlano. Il bambino ricco ha molti giocattoli, ma vorrebbe avere quello che ha il bambino povero: un topolino) e l’inizio dell’era mediatica ( nel 1836 nasce in Francia
Il risultato è una crisi profonda in termini morali perché spesso la figura del contadino integrato nello spazio urbano è una figura fragile che si ritrova in un luogo di corruzione e di malavita. Vero è che lo spazio della città era uno spazio di prosperità quindi la crisi morale è parallela anche ad una crescita economica ( almeno per tutto l’800 ).
Questo nuovo spazio urbano è spesso legato all’idea della modernità storica, artistica e sociale. L’idea di modernità può essere riassunta in 3 punti:
- L’aspetto dinamico di questo nuovo spazio dovuto prevalentemente dai nuovi mezzi di trasporto che diventano man mano più rapidi. A inizio secolo a Parigi si camminava o in carrozza, completamente in terra battuta; a fine secolo c’è il Metro aperta nel 1900. Nell’ambito di un secolo si passa a mezzi di trasporto moderni. In più un’altra grande novità è il treno che permette di spostarsi velocemente
- Fede nel progresso. Tutta la letteratura e la filosofia è assolutamente influenzata dal positivismo che esprime il mito del progresso dal punto di vista principalmente scientifico, ma che immagina anche una possibilità di spiegazione razionale di ogni fenomeno. Legata a questa corrente c’è l’idea della concezione di città perfetta, nuove città che avrebbero una struttura armonica perfetta ( con la fabbrica al centro; con le case tutte rigorosamente uguali; la piazza come punto di ritrovo ). L’800 è il secolo nel quale si pensa di poter arrivare ad uno sviluppo e ad una prosperità. Sarà invece la letteratura che dimostrerà come la prosperità porterà solamente alll’alienazione e la decadenza economica di molti.
- La modernità sta nella sua straordinaria complessità del suo stato sociale: negli anni precedenti, il potere era suddiviso nelle mani della nobiltà, del clero e del terzo stato (borghesia ) . Al di sotto di questa triade c’è il popolo, il 95% della popolazione. La Rivoluzione complica questa forma perché il terzo stato si appropria del potere; inoltre appare una nuova classe sociale: il proletariato urbano (il termine “proletario” deriva da Marx che comincia a teorizzare l’esistenza di questa nuova classe sociale. Ci dice che il proletariato è ancora più povero e sfruttato del contadino dell’epoca precedente. Marx definisce il proletariato come colui che ha l’unico potere sulla prole, mentre il frutto del suo lavoro viene preso dal padrone della fabbrica che ne fa una plus-valenza.)
Per la letteratura lo spazio della città diventa uno spazio privilegiato per osservare la nuova struttura sociale. Balzac non è solo romanziere, ma anche il primo sociologo in Francia perché rappresenta Parigi dando una definizione delle classi sociali di questa città ( aristocrazia, alta, media e piccola borghesia e gli operai). Sociologia è un neologismo che utilizza per la prima volta il filosofo Auguste Comte.
All’epoca la centralizzazione economica, culturale e politica su Parigi è un prodotto dell’epoca dell’industrializzazione. Ed è molto diversa su quelle nazioni che si fonda sul concetto federalista o stati come l’Italia fortemente regionalizzati. Prima dell’800 la geografia francese era più regionalizzata, ma il fenomeno dell’urbanizzazione fa esplodere Parigi in termini di importanza a scapito del resto del Paese. Si tratta di un doppio fenomeno di urbanizzazione:
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