L'equilibrio sul mercato: italien
Étude de cas : L'equilibrio sul mercato: italien. Recherche parmi 300 000+ dissertationsPar frizou • 22 Mai 2013 • Étude de cas • 351 Mots (2 Pages) • 689 Vues
Ti do dei concetti chiave che ho studiato all'università poco tempo fa: dunque i neoclassici vedevano il mercato del lavoro di PIENA OCCUPAZIONE (il lavoro bastava e avanzava per tutti ed erano i lavoratori a decidere se lavorare o non lavorare), la DISOCCUPAZIONE era VOLONTARIA quindi. L'EQUILIBRIO SUL MERCATO era dato da un unico tasso di interesse capace di far aggiustare la domanda e l'offerta dei beni. La pubblica amministrazione serviva solo a portare dei beni sul mercato, e non fare manovre economiche, visto che il mercato (come ho detto sulla frase precedente) si aggiusta da solo . La moneta è neutra, ossia se la pubblica amministrazione aumentasse l'offerta di quantità di moneta , la situazione per i consumatori rimarrebbe la stessa perchè aumentando l'offerta aumentano anche i prezzi (salari pro-ciclici). Spero che mi hai capita!
Nella teoria neoclassica l’impresa svolge il compito di produrre.
Produrre significa trasformare merci o servizi (input) in altri merci o servizi (output).
Nel modello introduttivo alla teoria dell’impresa neoclassica si ipotizza che:
-Il proprietario dell’impresa è anche il manager dell’impresa
-l’obiettivo dell’impresa è massimizzare i profitti (differenza tra ricavi e costi)
-i benefici e gli oneri (sia sociali che privati) dell’impresa sono completamente espressi dai ricavi e dai costi.
La teoria dell’impresa neoclassica, quindi, studia le scelte che l’impresa opera avendo
l’obiettivo di massimizzare i profitti, sotto i vincoli imposti:
-dall’insieme delle tecniche accessibili all’impresa;
-dalla struttura di mercato in cui opera l’impresa.
MARSHALL si occupò del breve e lungo periodo.
Nel breve periodo la capacità di impianto di un’impresa, cioè la quantità massima di output
ottenibile in un determinato periodo di tempo, è fissa.
Nel lungo periodo, invece, l’imprenditore è in grado di modificare la capacità dell’impianto.
La distinzione tra breve e lungo periodo può essere operata anche ricorrendo al
concetto di fattore (input) variabile e fattore (input) fisso.
Un fattore è variabile se il suo utilizzo varia al variare della quantità prodotta.
Un fattore è fisso se il suo utilizzo non varia al variare della quantità prodotta.
Nel lungo periodo tutti i fattori sono variabili.
Nel breve periodo almeno un fattore è fisso.
Nella teoria neoclassica dell’impresa esiste un forte legame logico tra funzione di produzione, costi dell’impresa e l’obiettivo della massimizzazione del profitto.
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