LA LOCANDIERA
Commentaire de texte : LA LOCANDIERA. Recherche parmi 300 000+ dissertationsPar gabrielle6777 • 6 Décembre 2022 • Commentaire de texte • 2 908 Mots (12 Pages) • 319 Vues
Personaggi :
Mirandolina è la padrona della locanda, la locandiera. Sfruttando la sua bellezza e il suo fascino è capace di far innamorare qualsiasi uomo, attrarre nobili clienti alla sua locanda e far accettare loro un trattamento alberghiero definito scadente.
Quando parla ai suoi clienti è sempre educata e garbata, ma quando parla fra sé e sé manifesta la sua vera natura, approfittatrice, distaccata, egocentrica e orgogliosa di sé. Consapevole del suo fascino si approfitta dei suoi spasimanti, accetta tutti i loro regali, e cerca di trattenerli nella locanda, senza mai concedersi. È una donna sicura di sé che sostiene di non aver bisogno di un uomo per costruirsi una vita, attenta ai suoi interessi e abile nel condurre la locanda. Essendo abituata dalle adulazioni dei clienti della locanda, l’indifferenza del cavaliere di Ripafratta la infastidisce, perciò cerca di attirare le sue attenzioni, e allo stesso tempo tiene legato a sé Fabrizio: rappresenta quindi una donna che vuole tenere in proprio potere gli uomini.
Goldoni la raffigura come una donna in gamba e laboriosa che dirige la locanda con l’aiuto dei suoi servi. La locandiera è anche una donna dalle mille sfaccettature: brusca con il Marchese, opportunista ma senza esporsi con il Conte e combattiva con il Cavaliere.
Nel finale, Mirandolina è spaventata dalle minacce del Cavaliere e consapevole di aver esagerato con i suoi modi di fare con i clienti della locanda e decide di sposare Fabrizio, una scelta astuta, come le era stata consigliato dal padre in punto di morte. È pure la causa della metamorfosi del Cavaliere di Ripafratta: essendo abituata alle adulazioni dei clienti della locanda, è indispettita dall’indifferenza del Cavaliere. Scommette con se stessa di riuscire a farlo “cadere” e ci riesce. È quindi una donna molto determinata ed indipendente. Infine, capiamo che è più interessata al suo stato sociale e alla sua sicurezza economica, rispetto alla sua felicità in fatto d’amore.
Il marchese di Forlipopoli è un uomo di origine nobile, ma senza più alcuna ricchezza, al contrario, invece del Conte di Albafiorita. Egli rappresenta il nobile che continua a fare affidamento sul suo titolo nobiliare, nonostante abbia ormai perso tutto il suo patrimonio, ma come tutti i nobili impoveriti mantiene la superbia che deriva dal suo ceto. Si indebiterà ancora di più per conquistare la locandiera, ma in vano. E’ un uomo cortese, disposto a sperperare per apparire liberale dinanzi a Mirandolina. Il conte regala collane e orecchini di diamanti alla locandiera, mentre il Marchese cerca di giustificare il suo comportamento e quello del Conte. L’unico oggetto che il Marchese possiede, e che dona a Mirandolina, è un fazzoletto e ad ogni occasione, ricorda a Mirandolina di quel fazzoletto per sottolinearle la sua gentilezza.
Il Conte di Albafiorita è un ricco nobile, che a causa della sua ricchezza non bada a spese. Come il marchese, corteggia Mirandolina con doni materiali. Non è nobile per nascita ma per denaro, grazie al quale è riuscito a comprare un titolo nobiliare. Riempie Mirandolina di regali e doni per dimostrarle il suo interesse: infatti poiché la locandiera è una donna d’affari e gestisce denaro, crede sia il metodo giusto.
Il cavaliere di Ripafratta è un uomo nobile di sangue e ricco; mostra subito freddezza nei confronti della locandiera. È un personaggio molto importante, a causa della sua metamorfosi da uomo indipendente e lontano dall’amore che disprezza il genere femminile, ad innamorato di Mirandolina.
Odia le donne a tal punto che è convinto di poter vivere senza, poiché le ritiene pericolose e false, per cui non vale la pena perdere tempo con loro. È proprio misogino. Mirandolina sa che può far innamorare di sé il cavaliere, e su di lui fa una “scommessa”, ed è ciò che accade, perché pur non provando nulla nei suoi confronti porterà a termine il suo piano. Spesso il cavaliere cerca di auto convincersi di non essersi innamorato, ma poi ammette il fatto a se stesso e si abbandona all’amore, convinto che Mirandolina sia onesta e diversa dalle altre donne. Alla fine torna allo stato iniziale, consapevole di essere stato ingannato e che per vincere le donne non basta disprezzarle, ma sfuggir loro. Mirandolina riceve un regato anche dal Cavaliere: una boccettina di melissa per curarla nei momenti di mancamento.
Ortensia e Dejanira rappresentano l’altra faccia della locandiera: non sono scaltre e maliziose e come personaggi nella locandiera rendono ridicola la professione dell’attore. Goldoni utilizza questi due personaggi per volgere una critica alla commedia dell’arte. Ortensia e Dejanira sono due commedianti che improvvisano delle parti che però non sono credibili e che vengono subito smascherate da Mirandolina, la vera attrice in scena. Ortensia è una comica, personaggio secondario ma comunque importante, poiché contribuisce a delineare il personaggio femminile stereotipato nella commedia (parassitismo, inganno, derisione, ridicolaggine). Dejanira è l’amica di Ortensia, molto più ingenua di lei, molto più leggera e superficiale, ma con la stessa indole di fondo..
Fabrizio è il cameriere della locandiera e promesso sposo di Mirandolina. La locandiera aveva promesso al padre, in punto di morte, di sposare il giovane cameriere. Fabrizio è un giovane che veniva dalla campagna, ed era passato al ceto borghese entrando nella locanda appunto come cameriere. Per Fabrizio sposare Mirandolina è un’opportunità per cambiare posizione sociale: passare da servitore a imprenditore. Nell’ultima scena della commedia, infatti, Fabrizio esita a pronunciare il suo “si” a Mirandolina, in quanto il servo è interessato prima a “fare i patti”.
Riassunto :
La locandiera è una commedia scritta da Carlo Goldoni nel 1750.
La storia si incentra sulle vicende di Mirandolina, un'attraente e astuta giovane donna che gestisce a Firenze, con l'aiuto del suo cameriere Fabrizio, una locanda ereditata dal padre.
Primo atto
Mirandolina viene costantemente corteggiata da ogni uomo che frequenta la locanda, e in modo particolare dal marchese di Forlipopoli, un aristocratico decaduto a cui non rimane nient'altro se non il prestigioso titolo nobiliare, e dal conte d'Albafiorita, un mercante che, arricchitosi, è entrato a far parte della nuova nobiltà. I due personaggi rappresentano gli estremi dell'alta società veneziana del tempo. Il marchese, avvalendosi esclusivamente del suo onore, è convinto che basti la sua protezione per conquistare il cuore della bella. Al contrario, il conte, crede che così come ha comperato il titolo, possa procurarsi l'amore di Mirandolina acquistandole numerosi regali. L'astuta locandiera, da buona mercante, non si concede a nessuno dei due, lasciando intatta l'illusione di una possibile conquista. I nobili clienti, invaghiti, tardano a lasciare l'osteria, e così facendo contribuiscono alla crescita del profitto della locanda. L'arrivo del Cavaliere di Ripafratta, un aristocratico altezzoso ed un misogino incallito che disprezza ogni donna, sconvolge il fragile equilibrio instauratosi nella locanda. Il Cavaliere, ancorato alle sue origini di sangue blu, lamentandosi del servizio scadente della locanda, detta ordini a Mirandolina, e rimprovera il conte ed il marchese di essersi abbassati a corteggiare una popolana.
Mirandolina, ferita nel suo orgoglio femminile e non essendo abituata ad essere trattata come una serva, si promette di far sì che il cavaliere s'innamori di lei.
Secondo atto
In breve tempo, la protagonista riesce nel suo intento, usando uno dopo l'altro diversi stratagemmi e perseguendo una strategia di seduzione ben pianificata e generosa di scene umoristiche; il Cavaliere cede, e tutto il sentimento d'odio che provava si tramuta in un appassionato amore che lo tormenta.
Proprio il suo disprezzo verso il sesso femminile lo ha reso vulnerabile alle malizie della locandiera, poiché non conoscendo le armi nemiche (lacrime, falsi svenimenti, temibile e intrigante mescolanza tra verità e bugie) non ha potuto difendersi.
All'inizio del secondo atto, Mirandolina si mostra sempre più gentile e piena di riguardi nei confronti del cavaliere, che da segni di cedimento. Addirittura, la locandiera riesce con astuzia a farsi invitare a pranzo dal cavaliere e fa finta di accennare di essersi innamorata di lui. Poi giunge il marchese, che si invita a pranzo al loro tavolo e fa assaggiare ai commensali un pessimo vino, che lui vanta come ottimo, mandandone poi ad assaggiare al conte. Il conte, in cambio del bicchierino ricevuto in omaggio, manda una bottiglia, provocando lo sdegno del marchese che esce di scena, portandosi via il vino. Poi Mirandolina comincia a comportarsi freddamente col cavaliere e se ne va via. Il conte, intanto, sta pranzando con le attrici, che lui conosce come tali e non come nobildonne, e queste per divertimento decidono di tentar di fare innamorare il cavaliere. Prima si propongono a lui come nobili, poi come commedianti, ma il cavaliere stizzito le respinge con parole offensive. Poi questi decide di lasciare la locanda, per non innamorarsi di Mirandolina. Allora, la locandiera, portandogli il conto finge di piangere e poi di svenire, il cavaliere si preoccupa e il conte ed il marchese, sopragiunti, insinuano che lui si sia innamorato.
Terzo atto
Mirandolina, però, inizia a rifiutare il cavaliere appena vede che il suo gioco ha funzionato. In tal modo, la sua vendetta è compiuta. Il marchese ed il conte, notando le speciali attenzioni di Mirandolina rivolte al cavaliere, bruciano di gelosia e vogliono vendicarsi del loro comune rivale in amore. Il cavaliere dilaniato dai due sentimenti contrastanti, non vuole far sapere che è caduto vittima dei lacci di una donna, ma freme ansiosamente di avere la locandiera per sé, ed è disposto perfino a usare la violenza per realizzare il suo fine.
Mirandolina, con un abile stratagemma riappacifica i nobili, si sposa con il cameriere Fabrizio, che l'aveva sempre amata e che mirava a lei anche per diventare il padrone della locanda, e si ripromette di non giocare più con il cuore degli uomini. Mirandolina non ama Fabrizio, ma aveva promesso a suo padre, prima della morte, che l'avrebbe sposato. Accettando questa condizione, ella diviene la figura garante di un lieto fine. Mirandolina lo sposa conscia del fatto che potra mantenere la sua libertà, Fabrizio dato che egli sarà sempre il suo servo. All'inizio dell'atto, Fabrizio si mostra geloso verso Mirandolina, che poi riceve un dono prezioso dal cavaliere, una boccetta d’oro, ma lo rifiuta. Il cavaliere viene a lamentarsi con lei del rifiuto, ormai completamente innamorato, ma Mirandolina lo tratta con freddezza e disprezzo. Poi il marchese incontra il cavaliere ed insinua che si è innamorato, facendolo arrabbiare e andare via sdegnato, dimenticando la boccetta. Questa che cade nelle mani del marchese, il quale se ne vanta con Dejanira e, per sbaglio, gliela regala, credendola di poco valore. Quindi, a parlare col marchese viene il conte che, arrabbiato, gli annuncia che Mirandolina ora ama il cavaliere. I due così decidono di lasciare la locanda ed il conte si offre addirittura di pagare il conto per entrambi. Intanto, Mirandolina comincia a preoccuparsi di aver fatto innamorare troppo il cavaliere e decide di risolvere la questione sposando Fabrizio, per “mettere al coperto il mio interesse e la mia reputazione, senza pregiudicare alla mia libertà”. Mirandolina chiama Fabrizio, ma poi giunge il cavaliere e lei fugge via prima che costui possa entrare nella stanza. Fabrizio, temendo le intenzioni dell’amante impazzito, chiama aiuto e sopraggiungono il conte ed il marchese. Il cavaliere caccia malamente Fabrizio, litiga col conte e si appresta a duellare con lui, usando la spada presa al marchese, anche se è rotta a metà. Intervengono però Mirandolina e Fabrizio e la locandiera sostiene che il cavaliere non la ama, altrimenti sarebbe caduto al suo fingere un innamoramento. Il cavaliere, che vi è caduto, capisce l’inganno e la beffa di Mirandolina. Poi questa annuncia che non sposerà ne il conte, ne il marchese, ne il cavaliere, ma Fabrizio, ponendo fine alle gelosie fra i tre. Il cavaliere se ne va adirato, mentre gli altri due benedicono le nozze, l’uno con un dono di 300 scudi, l’altro con uno dono di 12 zecchini, quelli che si era fatto prestare dal conte per pagare l’alloggio alla locanda. Il cavaliere parte, Mirandolina convince Fabrizio a sposarla promettendogli di non divertirsi più a far innamorare gli uomini e, rifiutando i doni e la protezione dei due pretendenti, chiede loro di cambiare locanda per non importunarla più. Per finale, Mirandolina avverte il pubblico di ricordarsi, per non cadere in inganni d’amore, della locandiera.
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